Panathleti, Veterani, Centro sportivo, tutti assieme nel ricordo degli Amici scomparsi.. La bella serata con Marino Bartoletti. alla serata panathletica: Scotti e Rizzi “nozze d’oro dello sport”
La vicinanza delle lapide alla Villetta è anche la vicinanza nei valori sportivi com’è avvenuto alla Villetta con Claudio Saccani a rappresentare il Panathlon facendo le veci del presidente Artemio Carra, Claudio Bassi del Centro sportivo e Andrea Barella presidente dei Veterani dello sport . Con loro diversi panathleti che vediamo nella foto scattata davanti alla lapide che è a poca distanza da quella dei Veterani. L’occasione per un incontro e qualche preghiera agli amici scomparsi e che restano nei nostri ricordi. Nell’altro foto di Benedetti, il presidente Carra consegna l’Angiol d’or a Marino Bartoletti, prezioso ospite della serata al San Marco di Pontetaro e brillante relatore sulle vicende della sua carriera e dello sport Quindi il Premio “Nozze d’oro con lo sport” dei Veterani dello sport per Alberto Scotti e Sandro Rizzi
La bella serata con Bartoletti, a Ponte Taro con tanti applausi
Più che un dibattito sui libri che ha realizzato e sulle vicende che l’hanno portato dalla televisione alla musica, ai riconoscimenti nazionali e internazionali, quella di Marino Bartoletti al Panathlon è stata un’autentica Lectio magistralis da autentico allievo di Gianni Brera giostrando i tasti mentali della mitica Lettera 22, la macchina da scrivere prediletta, ai personaggi che sono entrati nella leggenda come il “grande vecchio”, Enzo Ferrari per finire a Pantani, il suo senso della solitudine di cui ha letto alcuni brani nei libri che ha scritto e dedicati agli dei dello sport. Trent’anni fa Bartoletti fu ospite assieme a Gianni Mura in un convegno sul teppismo negli stadi dibattuto a Palazzo Soragna quando Claudio Rinaldi interpretò sulla Gazzetta l’intervento dell’allora responsabile della redazione sportiva delle reti Fininvest sottolineando che la repressione era tardiva , anzi inutile perché spettava agli stessi ultras allontanare chi prende il calcio come pretesto per esercitare violenza. Parole attuali ieri come oggi ed in parte intepretate nel modo giusto. A chi scrive capitò di trovare all’uscita da San Siro la propria auto con le gomme bucate a causa della targa con la scritta Torino. “ Enzo Ferrari lo conoscevo bene- ha proseguito Bartoletti- sapeva essere ruvido e caustico per proteggersi dietro la sua corazza che nascondeva una grande cordialità. Quando l’Italia seppe uscire dal dramma della guerra ed organizzare un’Olimpiade a Roma che tutti riconobbero come i Giochi più belli creando impianti sportivi che ricalcavano i giganti del passato come le terme di Caracalla, la Basilica di Massenzio, il Colosseo, con la meravigliosa estate del 1960, anche se fu l’ultima a dimensione umana ma fu anche quella dei primati e delle novità, nettamente superiore alle tre precedenti edizioni del dopoguerra, in una città rinata dopo il conflitto mondiale in un successo collettivo dello sport italiano, dopo un’attesa che durava dall’inizio del ventesimo secolo, e furono Olimpiadi moderne grazie alle televisioni per la prima volta globali con la Rai che costituì il centro olimpiade nel Collegio di Musica al Foro italico collegando 21 nazioni. Dal 25 luglio al 20 settembre vennero smistate quasi millecinquecento tonnellate di generi alimentari prima di passare il testimone a Tokio. Col ricordo della prima bandiera portata da una donna. E la dimostrazione che Roma e l’Italia erano efficienti, moderni, organizzati, degni del compito affidato”.
Da un giornalista che è stato anche giurato al Festival di Sanremo, che ha coordinato l’Enciclopedia Treccani dello sport, che ha saputo passare dalla musica allo sport coi suoi mille campioni, scrivere degli dei, passando dalla Cena degli dei, alla discesa degli dei e infine al ritorno degli dei, è come dirigere un’orchestra ovviamente con interpreti eccellenti, se non addirittura fuoriclasse. Come lui, lasciatecelo dire. E chi non c’era al San Marco di Pontetaro, ha perso davvero una bella occasione. Gli applausi sono stati tutti meritati, meritatissimi.