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L’ultimo saluto dei famigliari e dei tifosi al Tardini per Corradone, l’uomo più buono della città

Dopo l’incontro alla Corale Verdi, col coro diretto da Claudio Pirondi che ha intonato il Va Pensiero, ecco la tappa finale della sua esistenza, in quello Stadio Tardini dove ha passato tante domeniche dedicate alla sua passione, prima i crociati e poi i gialloblu  nel filmato trasmesso da Gabriele Majo . Un lungo applauso per i famigliari, la moglie Romana , i figli Simone , Giorgia eWalter. il fratello Marco, e gli immancabili zii, Luciana e Corradino. Una marcia leggera sulle note del Va Pensiero, suonato dalla Corale Verdi. Cori da stadio, ma composti come il dolore. Bandiere.

L’ultimo saluto a Corrado Marvasi ha raccolto tutte le “sue Parme” C’era Al Dsèvod, la maschera della Famija Pramzana, le bandiere ARCI e dei Lyons, Marco Bosi, vicesindaco e assessore allo sport con la fascia tricolore in rappresentanza del Sindaco  Pizzarotti, fuori Parma,  il Parma Calcio di ieri e di oggi.Javier Rivalta, Mauro Pederzoli, Valerio Casagrande, Alessio Paini, Alessio Cracolici, Giusepp Squarcia, anche l’ex portiere Nicola Pavarini.  C’erano i “suoi” anziani, gli ultimi, i soli, le persone in difficoltà fisica. Quelli che vedono poco, cui coi Lyons procurava vecchi occhiali da vista.Alla presenza di Angelo Manfredini, presidente del Centro Coordinamento , numerosi tifosi hanno esposto striscioni con la scritta “Grazie”

C’era Sergio, l’amico storico cui il diabete ha mangiato una gamba: lo mandava a prendere con un pulmino per non lasciarlo solo. Per loro lui era preoccupato, negli ultimi mesi in ospedale: agli amici chiedeva di fare un salto al circolo, il “suo” Aquila Longhi” per vedere come andava. Per loro lui prendeva pulmini sempre più grandi, per avvicinare le dimensioni a quelle del suo cuore enorme: lo stipava di persone e cibo per le trasferte del “suo” Parma. Non diceva mai no a nessuno, doveva esserci posto per tutti.Come nella sua vita. Ad accompagnare il corteo, solo un composto dolore, come se disperazione e lacrime avessero già lasciato posto al mandare avanti ciò che lui ha creato.

Non era preoccupato per la sua azienda, la Ciemme, saldamente in mano alla moglie Romana ed ai figli, ma per i suoi “ultimi”.Cornice al corteo, tanti vigili: una città ferma per l’ultima marcia dell’uomo più buono del mondo. Un corteo degno di un capo di stato, perché lui politica la faceva davvero, dal basso, per chi aveva bisogno. Chiunque fosse. Un giro allo stadio, poi in azienda, poi al circolo. (Francesca De Vincenzi da ParmaPress24) –

 

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